mercoledì 27 gennaio 2016

When Ye Go Away

Quando si viaggia di città in città, fermandosi solo poco tempo nei singoli ostelli, capita di incontrare fugacemente altri viaggiatori, altrettanto poco stanziali e per una sera, complice l’atmosfera rilassata e poco formale delle sale condivise con gli altri ospiti, trascorrere qualche ora piacevole a conversare, raccontarsi, con una confidenza che magari non si avrebbe con persone meno sconosciute. E piano piano sentirsi attratti da quella persona appena incontrata.
Sentirsi attratti, anche se si sa che non la si rivedrà più. Ma è un principio di innamoramento che si sfilaccia ancor prima di nascere, tra gli ultimi istanti di veglia prima del sonno. È una perdita poco dolorosa. Poi al mattino ognuno va per la sua strada; resta solo una leggera malinconia, quasi piacevole e i “forse se…” che si rincorrono nella mente a poco a poco svaniscono, sempre di più a ogni passo.


Questa canzone di Mike Scott, tratta dal migliore album dei suoi Waterboys – Fisherman’s Blues - probabilmente non parla di una situazione del genere, ma a me ha sempre ricordato quelle sensazioni.



Quando te ne andrai

Ora che è caduta la pioggia
E l’estate Indiana è finita
Domattina continuerai a seguire il tuo percorso
Ti auguro ogni bene

Non mi stai chiedendo di unirmi a te
E comunque sono già occupato
Ma piangerò quando te ne andrai
Piangerò quando te ne andrai

La tua bellezza è qualcosa di famigliare
E la tua voce è come una chiave
Che mi apre l’anima e come una torcia
Accende un fuoco dentro di me

Il tuo cappotto è incantato
E intorno al tuo tavolo giocano gli angeli
E piangerò quando te ne andrai
Piangerò  quando te ne andrai

Qualcuno ha lasciato il suo whisky
E la notte è tanto giovane
Ho qualcosa da dire e molto più da raccontare
E le parole presto mi sgorgheranno dalla lingua

Vaneggerò e vagherò
Faro qualunque cosa per farti restare
E poi piangerò quando te ne andrai
Piangerò  quando te ne andrai


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